Tv nostalgia

Giochi senza frontiere_logo


La prima trasmissione storica che voglio analizzare è Giochi senza frontiere andata in onda sui canali Rai in Eurovisione dal 1965 al '71, dal 1977 al '82 e dal 1988 con l'ultima edizione nel 1999.

Mi ricordo le caldi sere d'estate passate davanti alla Tv per tifare l'Italia. Per chi non lo conoscesse, o per i troppo giovani, ricordo che era un programma basato su una gara di giochi tra diversi paesi europei.
paesi partecipanti dal 1965 al 1982
Squadre che hanno giocato dal 1965 al 1982


paesi partecipanti dal 1988 al 1999
Squadre che hanno giocato dal 1988 al 1999
Gli Stati che hanno partecipato alle varie edizioni di Giochi senza frontiere sono 18. Germania, Francia, Belgio, Italia, Gran Bretagna, Svizzera, Olanda, Yugoslavia, Portogallo, Spagna, San Marino, Galles, Repubblica Ceca, Tunisia, Grecia, Ungheria, Malta e Slovenia.
L'Italia è l'unico paese che partecipò a tutte le edizioni e vinse 4 volte.


Numeri e conduttori

30 edizioni. 2700 giochi. 30.000 concorrenti. 65 milioni di telespettatori in media per serata (fonte: Giochi senza frontiere. Una platea per l'Europa, servizio di La storia siamo noi).


I presentatori che si sono alternati alla conduzione nei vari anni sono 17.


presentatori dal 1965 al 1982
Presentatori dal 1965 al 1982









presentatori dal 1988 al 1999
Presentatori dal 1988 al 1999















I padri conduttori del programma furono Enzo Tortora e Giulio Marchetti. A questi di volta in volta si unirono, con successivi cambiamenti, Renata Mauro e Rosanna Vaudetti.
Nel 1978 entra in scena Ettore Andenna che condurrà, a fasi alterne, ben 7 edizioni. Ad affiancare il conduttore storico si alterneranno negli anni Milly Carlucci, Feliciana Iaccio, Maria Teresa Ruta, Simona Izzo.
Tra i conduttori uomini che si sono passati la staffetta abbiamo Michele Gammino, Claudio Lippi, Antonello Dose e Marco Presta
Gli ultimi due anni di trasmissione furono condotti da Mauro Serio e Flavia Fortunato.




L'Europa dei giochi

Giochi senza frontiere anticipa quello che negli anni '60 era soltanto al suo stato embrionale: l'Unione Europea. Come ha detto Luciano Gigante, produttore Rai 1963-73| 1988-95, i concorrenti erano "cittadini di una grande nazione che si chiamava Europa" (fonte: Giochi senza frontiere. Una platea per l'Europa, servizio di La storia siamo noi).
I concorrenti dei diversi paesi si ritrovano sullo stesso campo di gioco tutti con lo stesso obbiettivo: vincere il trofeo dei giochi senza frontiere. Era una battaglia divertente fatta a suon di giochi, salti, corse, nuotate, scalate...


Guido Pancaldi e Gennaro Oliveri
Guido Pantaldi e
Gennaro Oliveri
Dennis Pettiaux
Dennis Pettiaux
L'imparzialità e il rispetto delle regole erano garantite dagli arbitri, ma sopratutto dai giudici internazionali. I due arbitri storici furono Guido Pancaldi e Gennaro Oliveri che operarono dalla prima edizione fino agli anni '80 quando passano il testimone a Dennis Pettiaux. Il bello del ruolo degli arbitri era quello che anche loro facevano parte del varietà, magari indossando costumi di scena o presentandosi in modo divertente (come quando si presentarono addosso un elefante).

Il varietà della competizione

I giochi erano vissuti da tutti come una vera competizione sportiva. Le squadre entravano in scena come se fossero alla cerimonia di apertura delle olimpiadi, portando la bandiera del proprio paese supportati dalla tifoseria in gradinata.

campo di gioco di Bergamo
Campo di gioco (1990, Bergamo)
Anche il linguaggio televisivo era carico di riferimenti alle più grandi competizioni sportive. Inquadrature d'insieme e dall'alto per mostrare il campo da gioco intervallate alle gradinate dei tifosi che sventolavano bandiere e suonavano le trombe da stadio. Interviste ai leader delle squadre, come quelle a bordo campo in una partita di calcio. La telecronaca del conduttore carica di tensione e di esultanza come per qualsiasi telecronista sportivo. I replay dei momenti miglior. Il trofeo come premio finale per la squadra vincitrice. Tutto riporta al mondo dello sport anche se arricchito dal divertimento tipico del varietà con costumi, scenografie, video-cartoline, musica...

pubblico sulle gradinate
Tifoseria italiana (1992)
Un ulteriore analogia con lo sport era soprattutto evidente fino al 1982 quando le puntate erano trasmesse in diretta e duravano 90 minuti come le partite di calcio.


Per concludere e per affermare maggiormente la supremazia dei giochi è da notare che alla conclusione dei giochi la trasmissione continua per alcuni minuti mostrando solo l'esultanza delle squadre e della tifoseria. Il varietà non esiste più quando i giochi terminano.






I giochi

Come abbiamo visto i giochi hanno il ruolo da protagonista in Giochi senza frontiere
gioco del mannikin-pis,Bruxelles
Gioco del Manneken-Pis (Bruxelles)
Ogni paese che ospita la trasmissione pensa i vari giochi e nella maggior parte dei casi si tendeva a ripercorrere la storia e la cultura della città in modo molto teatrale e divertente. Così abbiamo il gioco della polenta a Bergamo, la bocca della verità a Roma, il Manneken-Pis da ricostruire a Bruxelles.


gioco ispirato a Dalì
Gioco ispirato a Dalì (Casale Monferrato, 1992)








A volte capitava che i giochi non si ispiravano alla cultura del paese ma ad alcuni temi come il circo, l'arte, i film...






pupazzi degli sposini
La corsa degli sposi




I costumi erano molto lavorati e avevano sempre un tocco di comicità. Così c'erano i grandi pupazzi di gomma piuma che dovevano essere indossati dai concorrenti per rendere il gioco più difficile. Si sono visti arlecchini, paladini, sposini, giganti, dame, clown...






 scenografia della puntata di Roma
Set Roma 1994


Parlando dei punti di forza del programma non bisogna dimenticare le scenografie maestose e cinematografiche. Ogni puntata presentava sempre nuove sorprese. 
Lo scenografo storico fu Armando Nobili (entrò a far parte di Giochi senza frontiere dal 1977) che cercava quasi sempre di rispecchiare le peculiarità del paese ospitate modellando il polistirolo. Il maestro racconta che speravano sempre che i meccanismi delle scenografie funzionassero perché altrimenti si doveva far ricorso all'umilissima corsa dei sacchi. (fonte: Giochi senza frontiere. Una platea per l'Europa, servizio di La storia siamo noi).








L'ultima edizione e il futuro

L'ultima edizione andò in onda nel 1999 e da quell'anno di Giochi senza frontiere non se ne parla se non nelle trasmissioni che trattano la storia della Tv. 

Manca quell'attesa dei giochi, la competizione amichevole, il senso di unione dato anche dall'Eurovisione. Un programma che ha avuto molto successo che però adesso sembra così difficile da far ripartire. 
C'è da dire che il programma era realizzato in coproduzione con gli altri paesi partecipanti e le quote per puntata erano molto basse. Oggi tutto questo è molto difficile da ottenere. La crisi potrebbe non spianare la strada alla rinascita della collaborazione televisiva.

Nel tempo ci sono state anche vari tentativi di richiedere la presenza di Giochi senza frontiere nei palinsesti ma non ottenendo alcun risultato. Per chi volesse firmare la petizione per chiedere di reintrodurre il programma in Tv questo è il link italiano http://www.gopetition.com/petitions/per-il-ritorno-di-giochi-senza-frontiere-jsf.html, mentre questo è quello internazionale http://www.gopetition.com/petitions/bring-back-jeux-sans-frontieres.html.


Secondo il mio modesto parere, Giochi senza frontiere è ormai un pezzo di storia della Tv e difficilmente potrà tornare, se gli fosse data la possibilità, ai risultati ottenuti in passato. Il pubblico è cambiato! Ormai è difficile trovare giovani che si entusiasmano vedendo giochi semplici dove per vincere devi scoppiare un grosso palloncino o correre sotto un cavallo di gomma piuma. Se c'è non c'è tecnologia, gossip, reality difficilmente si potrà riavere i dati di ascolto di una volta. In definitiva se si vorrà reintrodurre Giochi senza frontiere nel palinsesto occorreranno molte modifiche per adattarlo al contesto culturale e sociale nel quale ci troviamo.